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RSL, il Nuovo Protocollo che Vuole Far Pagare l'AI per i Contenuti Web

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Se l'intelligenza artificiale fosse il Pac-Man dell'era digitale, internet sarebbe il suo labirinto infinito pieno di puntini da divorare. Solo che stavolta i puntini sono i nostri articoli, le nostre foto, i nostri video, e Pac-Man non ha mai messo mano al portafoglio. È in questo scenario da far west digitale che nasce Really Simple Licensing (RSL), un nuovo standard che promette di portare un po' di ordine nel caos dello scraping selvaggio dei dati per l'addestramento dell'AI.

Il Ritorno del Padre di RSS

Come in ogni buona storia di rivincita tecnologica che si rispetti, anche questa ha le sue origini in una leggenda del web. Dave Winer, co-creatore di RSS negli anni '90, torna sulla scena non per nostalgia, ma con una missione precisa: dare ai creatori di contenuti gli strumenti per decidere come la loro proprietà intellettuale viene utilizzata nell'era dell'intelligenza artificiale.

Insieme a Winer, il progetto RSL vede protagonisti Eckart Walther - co-fondatore e CEO della startup che sviluppa lo standard - e Doug Leeds, ex dirigente di Yahoo e IAB Tech Lab. Un triumvirato che unisce esperienza tecnica, visione imprenditoriale e conoscenza profonda del mercato digitale.

La genesi del progetto affonda le radici in una frustrazione condivisa da molti publisher: vedere i propri contenuti utilizzati per addestrare modelli di AI senza alcun consenso esplicito o compenso. "RSL è uno standard aperto che consente agli editori di definire termini di licenza leggibili dalle macchine per i loro contenuti, tra cui attribuzione, pagamento per scansione e pagamento per compensazione di inferenza", spiega il sito ufficiale del progetto.

Una SIAE per l'Era Digitale

Se dovessimo trovare un'analogia nel mondo reale, RSL funziona come una versione hi-tech della SIAE per i diritti musicali, ma applicata al mondo dei contenuti web. Il protocollo permette ai publisher di definire in modo standardizzato e leggibile dalle macchine le condizioni d'uso dei loro contenuti per scopi di addestramento AI.

Tecnicamente, RSL si basa su un formato XML che può essere integrato direttamente nelle pagine web o fornito come feed separato. Il sistema prevede diverse tipologie di licenza: dalla semplice attribuzione fino ai modelli "pay per crawl" o "pay per inference", dove il compenso viene calcolato in base all'utilizzo effettivo del contenuto nei modelli di AI.

L'implementazione è sorprendentemente elegante nella sua semplicità. Un publisher può specificare che i propri contenuti richiedono una licenza personalizzata per l'addestramento AI, oppure renderli disponibili sotto Creative Commons con semplice attribuzione. È come avere un cartello digitale che dice "per passare, paghi il pedaggio", ma scritto in un linguaggio che anche i bot più sofisticati possono comprendere.

I Colossi del Web Si Mobilitano

Il lancio di RSL non è avvenuto nel vuoto. Alcuni dei nomi più importanti del web hanno deciso di supportare fin da subito l'iniziativa: Reddit, Yahoo, Automattic (la società dietro WordPress.com), Quora e Medium hanno tutti aderito come early adopter.

La decisione di questi colossi non è casuale. Reddit, in particolare, ha già sperimentato la monetizzazione dei propri dati per l'AI attraverso accordi diretti con Google e OpenAI. L'adozione di RSL rappresenta un'evoluzione naturale di questa strategia, permettendo di automatizzare e standardizzare il processo di licenza.

Yahoo, dal canto suo, porta sul tavolo una ricchezza di contenuti accumulati in decenni di attività, mentre Medium e Quora rappresentano due delle principali piattaforme di contenuti generati dagli utenti. La loro partecipazione segnala che RSL non è solo una questione di grandi media company, ma tocca l'intero ecosistema della creazione di contenuti digitali.

La Tecnologia sotto il Cofano

Dal punto di vista tecnico, RSL si presenta come un'evoluzione naturale dei meccanismi di protezione già esistenti. Se robots.txt era l'equivalente digitale di un cartello "vietato l'ingresso", RSL è più simile a un sofisticato sistema di biglietteria automatica.

Il protocollo supporta diverse modalità di pagamento e licenza. Un editore può scegliere di richiedere un abbonamento per l'accesso ai propri contenuti per scopi di AI training, oppure optare per un modello pay-per-use. La flessibilità del sistema permette anche di definire licenze diverse per tipologie diverse di contenuto sulla stessa piattaforma.

L'integrazione con i sistemi esistenti è stata pensata per essere il meno invasiva possibile. RSL può coesistere con robots.txt e altri standard, aggiungendo un layer di granularità nella gestione dei diritti che prima semplicemente non esisteva. È come passare da un interruttore on/off a un dimmer con infinite gradazioni.

diritti.jpg diritti2.jpg Esempi tratti da rslstandard.org

Le Sfide dell'Enforcement

Naturalmente, non tutto è rose e fiori nel giardino di RSL. La sfida principale rimane quella dell'enforcement: come assicurarsi che i crawler di AI rispettino effettivamente le licenze specificate? È qui che il progetto rivela la sua natura ancora sperimentale e le sue potenziali debolezze.

A differenza di robots.txt, che ha goduto di un rispetto quasi universale da parte dei crawler "civili", RSL entra in un territorio molto più complesso dal punto di vista legale ed economico. Se un modello di AI ignora le licenze RSL e utilizza comunque i contenuti, quali sono le conseguenze pratiche? E soprattutto, come può un piccolo publisher far valere i propri diritti contro giganti tecnologici con legioni di avvocati?

La risposta, al momento, è ancora in fase di sviluppo. Il progetto conta sul fatto che le principali aziende di AI abbiano interesse a mantenere relazioni trasparenti e legali con i fornitori di contenuti, specialmente in un momento in cui la regolamentazione del settore si sta facendo sempre più stringente.

Il Mercato dei Dati si Evolve

RSL arriva in un momento particolarmente interessante per l'economia dei dati. L'accordo da 60 milioni di dollari tra Reddit e Google per l'utilizzo dei contenuti della piattaforma nell'addestramento AI ha fatto scuola, mostrando che esiste un mercato reale e sostanzioso per questo tipo di contenuti.

Il nuovo standard potrebbe democratizzare questo mercato, permettendo anche ai publisher più piccoli di monetizzare i propri contenuti invece di vederli semplicemente "requisiti" dai crawler di AI. È un po' come se, dopo anni in cui chiunque poteva entrare nel vostro negozio e prendere la merce gratuitamente, finalmente arrivasse un sistema per far pagare il conto.

La sfida sarà creare un ecosistema dove il valore dei contenuti venga riconosciuto senza creare barriere eccessive all'innovazione nell'AI. È un equilibrio delicato, simile a quello che l'industria musicale ha dovuto trovare con l'avvento dello streaming.

Quando gli Indie Incontrano le Majors: Il Nuovo Ecosistema dei Contenuti

Se i grandi player come Reddit e Yahoo rappresentano le "major labels" del contenuto digitale, RSL potrebbe finalmente dare voce anche agli "artisti indie" del web: blogger indipendenti, creator su piattaforme di nicchia, piccole testate giornalistiche. È qui che il nuovo standard mostra il suo potenziale più rivoluzionario.

Un blogger che scrive di cucina vegana dalla sua cucina di casa potrebbe trovarsi con contenuti utilizzati per addestrare chatbot culinari senza mai vedere un centesimo. Con RSL, quello stesso blogger potrebbe specificare che i suoi contenuti richiedono una licenza commerciale per uso AI, trasformando la sua passione in una fonte di reddito passivo.

La situazione ricorda quella degli musicisti prima dell'avvento di Spotify e delle piattaforme di streaming: solo le grandi case discografiche avevano il potere negoziale per accordi vantaggiosi, mentre gli artisti indipendenti rimanevano ai margini. RSL promette di cambiare questa dinamica nel mondo dei contenuti digitali.

Le piattaforme intermedie giocano un ruolo cruciale in questa trasformazione. WordPress.com, che ospita milioni di blog, potrebbe implementare RSL come funzionalità nativa, permettendo ai suoi utenti di monetizzare automaticamente i contenuti per uso AI. Substack potrebbe fare lo stesso per i suoi newsletter writer, creando un nuovo stream di revenue per i creator indipendenti.

Ma non è tutto oro quello che luccica nel paese dei pixel. L'adozione di RSL da parte dei piccoli creator presenta sfide uniche. La complessità tecnica dell'implementazione, la necessità di comprendere i diversi modelli di licensing, e soprattutto la capacità di far rispettare i propri diritti sono tutti ostacoli significativi per chi non ha un team legale alle spalle.

Qui entra in gioco l'importanza degli intermediari tecnologici. Piattaforme come Medium, che ha aderito al progetto RSL, potrebbero fungere da "aggregatori di diritti", negoziando accordi collettivi per i loro creator e distribuendo i proventi. È un modello che ricorda quello delle collecting societies musicali, ma applicato al mondo digitale.

La vera prova del fuoco per RSL sarà dimostrare che può creare valore anche per i creator più piccoli, non solo per i giganti del web. Se un food blogger può guadagnare abbastanza da RSL per comprare ingredienti più pregiati per le sue ricette, allora il sistema avrà davvero democratizzato l'economia dei contenuti digitali.

L'AI che Si Comporta Bene: Compliance, Legislazione e il Futuro dei Diritti Digitali

Se RSL fosse un personaggio di Star Wars, sarebbe C-3PO: ossessionato dal protocollo, dalle regole e dalla corretta interpretazione delle leggi intergalattiche. E come il droide dorato, RSL potrebbe rivelarsi più prezioso di quanto sembri inizialmente, specialmente in un universo normativo che si fa sempre più complesso.

Il timing del lancio di RSL non è casuale. L'Europa ha già approvato l'AI Act, la più comprensiva legislazione sull'intelligenza artificiale al mondo, che entrerà in pieno vigore nel 2025. Gli Stati Uniti stanno lavorando su framework normativi simili, mentre la Cina ha già implementato diverse regolamentazioni specifiche per l'AI. In questo contesto, avere uno standard che faciliti la compliance diventa non solo utile, ma essenziale.

L'AI Act europeo, in particolare, introduce il concetto di "trasparenza" nell'utilizzo dei dati per l'addestramento di modelli AI. Le aziende dovranno documentare l'origine dei dati utilizzati e dimostrare di avere i diritti necessari per il loro utilizzo. RSL si inserisce perfettamente in questo framework, fornendo un meccanismo standardizzato per documentare e gestire questi diritti.

Il parallelo con il GDPR è illuminante. Quando la normativa europea sulla privacy è entrata in vigore nel 2018, molti hanno gridato alla catastrofe, prevedendo la fine del web libero. Invece, il GDPR ha creato un nuovo standard globale, spingendo anche aziende non europee ad adottare pratiche più rispettose della privacy. RSL potrebbe seguire una traiettoria simile: partire come risposta a esigenze normative specifiche e diventare uno standard de facto globale.

Le sanzioni per la violazione dei diritti sui contenuti stanno diventando sempre più severe. Nel 2023, diversi editori hanno avviato azioni legali contro aziende di AI per l'utilizzo non autorizzato dei loro contenuti. Il New York Times ha fatto causa a OpenAI e Microsoft, mentre altri publisher stanno valutando azioni simili. In questo scenario, RSL potrebbe fungere da "porto sicuro": chi lo rispetta ha una protezione legale maggiore rispetto a chi ignora completamente le licenze dei contenuti.

I regolatori stanno prestando sempre più attenzione a questi sviluppi. La Federal Trade Commission americana ha già aperto diverse indagini sulle pratiche di raccolta dati delle aziende AI, mentre l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana ha avviato procedimenti simili. Avere uno standard riconosciuto come RSL potrebbe facilitare il dialogo tra aziende e regolatori, creando un framework condiviso per la discussione.

La prospettiva globale è particolarmente interessante. Mentre l'Europa tende verso la regolamentazione stringente e gli Stati Uniti preferiscono un approccio più market-driven, l'Asia presenta un panorama variegato. Paesi come Singapore e Corea del Sud stanno sperimentando "regulatory sandboxes" per l'AI, dove standard come RSL potrebbero essere testati in ambienti controllati prima di una adozione più ampia.

Ma forse l'aspetto più intrigante è come RSL potrebbe evolvere oltre i suoi scopi iniziali. Se il sistema dimostra la sua efficacia nel gestire i diritti sui contenuti per l'AI, potrebbe estendersi ad altri ambiti: dalla gestione dei diritti per i contenuti multimediali alla definizione di standard per l'utilizzo etico dei dati personali. È un po' come se stessimo assistendo alla nascita di un nuovo "sistema operativo" per i diritti digitali.

Prospettive e Considerazioni Finali

RSL rappresenta sicuramente un passo avanti nella direzione di un web più equo dal punto di vista della distribuzione del valore creato dai contenuti digitali. Tuttavia, il suo successo dipenderà dalla capacità di creare un ecosistema dove tutti i player principali - publisher, aziende di AI, e intermediari tecnologici - trovino conveniente partecipare.

La storia della tecnologia è piena di standard promettenti che non sono riusciti a raggiungere la massa critica necessaria per diventare davvero ubiqui. RSS stesso, nonostante la sua utilità, non è mai diventato mainstream quanto i suoi creatori speravano. RSL dovrà evitare questa sorte, e lo potrà fare solo dimostrando valore concreto per tutti gli attori coinvolti.

In un'epoca in cui l'intelligenza artificiale promette di rivoluzionare ogni aspetto della nostra vita digitale, avere strumenti che permettano ai creatori di contenuti di mantenere il controllo sulla propria proprietà intellettuale non è solo desiderabile, è essenziale. RSL potrebbe essere proprio lo strumento giusto al momento giusto, ma come sempre nel mondo della tecnologia, solo il mercato avrà l'ultima parola.

Il futuro dirà se questo nuovo standard riuscirà a trasformare il far west digitale dei dati in una frontiera più civilizzata, dove tutti possono prosperare. Nel frattempo, publishers e aziende di AI farebbero bene a tenere d'occhio questa evoluzione: potrebbe definire le regole del gioco per i prossimi decenni.